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Come usare correttamente social network

come usare correttamente social network

I social network sono stati una rivoluzione per tutti ed hanno permesso a milioni di persone in tutto il mondo la possibilità di ritrovarsi anche dopo decenni e per le nuove generazioni di integrare rapporti di amicizia reali con quelli virtuali.

E’ indiscutibile la loro utilità, ma non è tutto oro ciò che luccica, perché i social network hanno reso più rapido un concetto che spesso viene sottovalutato: la condivisione, che rappresenta la pubblicazione di un contenuto testuale, di immagine, video o audio che identifica un pezzo della nostra vita comunicato ad altre persone che sono legate al nostro profilo social, indistintamente se si parla di amici, collegamenti, followers o cerchie.

Ma non è tutto! Spesso condividiamo dati anche di persone a noi vicine, senza chiedergli espressa autorizzazione e senza conoscere i possibili problemi che potremo arrecargli.

Ogni social network dispone di una propria regolamentazione interna e di una propria modalità differente di gestione dei propri dati personali, della privacy e quindi della profilazione.


A cosa servono i nostri dati

Come sopra indicato ogni social network ha scelto di gestire autonomamente le modalità di acquisizione, profilazione e diffusione dei propri dati indicati nel profilo e se ad esempio Linkedin è più interessato a “catturare” informazioni legate alla propria professionalità ed al lavoro, Facebook è alla ricerca di caratteristiche della nostra persona ed alla vita quotidiana, mostrando dati che sono condivisi a seconda della configurazione di ciascun profilo.

Twitter al contrario è basato su un sistema ben diverso, dove i tweet sono (di norma) visibili a tutti e noi scegliamo chi vogliamo seguire e quindi avere le relative notifiche di personaggi più o meno famosi.

In riferimento a questi ultimi due social vedremo di seguito che è possibile rendere i profili più privati, ma di base dispongono della libertà di visualizzazione a tutti gli iscritti (e non solo).

I social network sviluppano il loro business in due modalità: la prima è pubblicitaria, la seconda di profilazione.

Se per i social la pubblicità è importante per cercare di massimizzare le visualizzazioni, i like o i click di ogni annuncio a pagamento, la profilazione è un qualcosa di più subdolo e permette di conoscere i gusti e le peculiarità di ciascuno di noi, per utilizzare questi dati al fine di influenzare le persone e proporre pubblicità personalizzate, che saranno di sicuro interesse, visto che sono tarate su quell’individuo particolare.

Ultimo aspetto sulla profilazione è la possibilità di rivendere questi dati a società terze per inviare pubblicità mirata di prodotti e servizi che sicuramente interessano a quella persona e quindi attrarre con maggiore probabilità i loro acquirenti con campagne di marketing mirate, con la garanzia di un maggiore appeal.


L’importanza della configurazione del profilo personale

Ogni social network permette di inserire o meno alcune informazioni personali e sta a noi decidere cosa vogliamo condividere con questa piattaforma ed i loro utenti.

Pertanto questo aspetto è molto importante per la tutela della nostra privacy e quella dei nostri cari.

Vediamo ora una semplice guida sulla configurazione del profilo personale, che non contempla ovviamente molti aspetti secondari, ma che presta attenzione ai punti salienti della sicurezza dei dati.

  1. Innanzitutto il primo passo prima della registrazione è la decisione della email da utilizzare. Il consiglio è quello di non utilizzare una casella di posta elettronica aziendale, se l’uso del social è privato. Al contrario se la frequentazione rientra tra i compiti lavorati si può utilizzare una email aziendale, previa autorizzazione.
    Spesso si sottovaluta questo aspetto e si usa indiscriminatamente una email aziendale, senza avere l’autorizzazione della società nel condividere dati e soprattutto nel ricevere anche comunicazioni personali su un account che non è personale, ma di una società.
  2. Dopo aver configurato il profilo base richiesto per l’accesso è importante decidere chi può vedere ciò che condividiamo, visto che i social come Facebook, permettono di scegliere chi può leggere i nostri contenuti.
    Il consiglio è quello di impostare il profilo in “solo Amici” e non “Amici degli Amici” o “tutti”, perché in questa maniera una persona a noi sconosciuta può condividere un post che legge su una bacheca di un suo amico, ma che con noi non è legato. Questo riduce di molto la possibilità di incontrollabilità dei dati.
  3. E’ altresì importante decidere chi può condividere e commentare.
  4. Ogni persona ha amici e conoscenti. E’ utile creare dei gruppi con opportune limitazioni, al fine di poter filtrare ciò che si condivide.
  5. Spesso è possibile bloccare l’accesso ad alcuni dei propri dati come email e telefono sulle ricerche. Questo è utile se non si vuole essere associati anche dai motori di ricerca per i dati del proprio profilo.
  6. Scegli ad ogni pubblicazione di un post, chi può vederlo, così da poter monitorare chi effettivamente lo legge. Inserisci questa opzione nel tuo profilo.
  7. Se non vuoi essere contattato da terze persone, configura questo blocco nel profilo del tuo social, così eviterai eventuali inviti di sconosciuti.
  8. Proteggi l’accesso al tuo account con una password complessa che includa caratteri maiuscoli e minuscoli, numeri e simboli speciali. Ricorda di modificarla spesso, almeno una volta al mese.
    Inoltre per evitare che persone non autorizzate provino ad accedere nel recupero della password, utilizza domande di sicurezza complesse e l’invio di un SMS sul tuo cellulare, così da poter monitorare se qualcuno prova ad introdursi in maniera illecita.

Di consigli ulteriori ce ne sarebbero molti altri, ma ovviamente questa è la base per avere un uso consapevole del tuo profilo social.


Come e cosa condividere

La condivisione è il fulcro dell’uso di un social network, ma proprio perché viene diffusa una informazione personale, che è rappresentata da un pensiero proprio, da una azione eseguita o da un momento che si vuole mostrare agli altri, è importante che sia eseguita con criterio.

Inutile dire che la pubblicazione di foto di bambini, informazioni strettamente personali sono da evitare perché si è consci che quel dato può essere preso da altre persone, condiviso in altri profili e quindi diventare virale.

Il sottoscritto che si occupa di informatica forense, spesso viene contattato da clienti che necessitano di accertare violazioni sui propri account, ma che a volte sono frutto di un impropria configurazione del profilo personale e della condivisione di testo e foto che non dovevano essere reperite dal web o da eventuali amici collegati.

Nel mondo virtuale valgono le stesse responsabilità del mondo reale, pertanto è vietato diffamare persone o avere comportamenti che inducano ad un reato civile e penale, perché la legge giustamente punisce anche queste azioni.

Inutile dire poi: “non lo sapevo”! Un social network è come una piazza, dove i presenti possono ascoltare e vedere.

Il fenomeno che in questi giorni ha portato alla ribalta Facebook sulle presunte cessioni di dati dei profili personali di milioni di iscritti è purtroppo da mettere in conto, visto che ogni piattaforma nonostante si cerchi di renderla più sicura possibile, non lo è mai al 100% e gli interessi di tutte le aziende collegate che sono a stretto contatto con i singoli dati privati, possono violarli per utilizzarli per i propri scopi lucrosi.

Come comportarsi? Il consiglio è quello di utilizzare questi strumenti con consapevolezza e pensare prima della pubblicazione a ciò che si sta facendo, riflettendo che si può commettere un reato e che i dati possano andare persi o divulgati.

Pertanto se si condivide una foto o una idea personale è importante che si sappia che tutti gli interlocutori che sono in contatto con il nostro profilo hanno la possibilità di divulgare e commentare quanto scritto e non fare il “mea culpa” successivamente perché se in piazza si dice una cosa privata ad un vicino ed un passante ascolta, il risultato è lo stesso!


La giurisprudenza nel corso degli anni

La prima legge sulla Privacy in Italia è stata la 675/1996 a cui è seguita il D.Lgs 196 del 2003 e che è stata sostituita con la UE 679/2016, una legge europea, in vigore dal 25 maggio del 2018.

E' stata introdotta con la nuova regolamentazione la figura professionale del Data Protectin Officer (DPO), che ha competenze in campo informatico e giuridico.

Su questo argomenti seguiranno articoli che illustreranno in maniera puntuale ed esaustiva tutte le novità in materia.


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24-03-2018

Autore: Mirko Tarantelli - consulente informatico e SEO - Data Scientist

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