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Cyberbullismo: come difendersi e scoprire i colpevoli

come difendersi dal cyberbullismo

Una volta il bullismo era un fenomeno per lo più dei ragazzi, ma con l’avvento di internet e dei social network si è sviluppato un nuovo problema: il cyberbullismo, ovvero atti di intimidazione, persecuzione e diffamazione eseguiti mediante l’uso del web.

Prima di vedere come difendersi, smascherare e denunciare queste persone, scopriamo quali sono le attività che spesso svolgono i cyberbulli.

Al contrario del classico bullismo conosciuto in età scolare, il cyberbullismo affligge anche gli adulti, indistintamente uomini e donne, quindi non più solo in ambito scolastico, ma ovunque nella vita quotidiana di ciascuno, in qualsiasi momento della giornata, in privato o sotto gli occhi della gente.

Internet è il canale trasmissivo di questi attacchi, ma gli strumenti utilizzati sono spesso i social network, come Facebook, Instagram, Twitter, ma anche sistemi di videosorveglianza spesso utilizzati per appropriarsi di video da condividere, così come gli smartphone che sono sempre più evoluti e dispongono di soluzioni come WhatsApp per la registrazione di audio, o per la creazione di video di qualità che vengono condivisi in maniera privata sui vari gruppi o su canali Youtube, sui social e siti specializzati in cyberbullismo.

Come si evince i dispositivi utilizzati sono molteplici e la credenza (errata) che sul web basta non mostrare il proprio nome per non essere scoperti è diffusa, ma in realtà come abbiamo più volte illustrato in diversi articoli del nostro sito, sul web tutti lasciamo una traccia e tutti siamo ben identificati.

Il governo con la Legge 29 maggio 2017 n. 71 ha normalizzato il reato di cyberbullismo indicando tutti i comportamenti che sono soggetti a questo modus operandi che è in continua ascesa e definisce una serie di azioni da intraprendere per il gestore del sito, dalle istituzioni, etc.


Cosa fare se si è vittima di cyberbullismo

Se si è minorenni ed il fenomeno è sfociato a scuola, l’iter è il seguente:

1. La prima cosa da fare è parlare con i propri genitori, che a loro volta si rivolgono alla scuola, insegnanti o dirigente scolastico, se il problema è dovuto a compagni indisciplinati.

2. Successivamente qualora il problema fosse di notevole entità e non è possibile risolvere la semplice "bravata", occorre rivolgersi ad un consulente tecnico forense come il sottoscritto, che indagherà per produrre le prove necessarie ad un legale, il quale deve sporgere una querela presso le autorità competenti, rivolgendosi alla Polizia Postale.

Se la vittima di cyberbullismo è un adulto o i fatti sono accaduti al di fuori della scuola è invece importante rivolgersi direttamente al consulente tecnico, che eseguirà tutto l’iter come sopra descritto nel secondo punto.

Un altro aspetto da valutare è la gravità dell’accaduto, in quanto se si violano la privacy, la deontologia e la tutela della persona fisica e giuridica è sempre necessario ricorrere ad un’azione legale per tutelare i propri diritti e di conseguenza punire i colpevoli.


Come difendersi e cosa fare

Di norma la vittima viene rapidamente a conoscenza del problema e la prima cosa da fare è non farsi prendere dal panico e se si tratta di "bravate" non bisogna mostrare indifferenza al fenomeno, ma nemmeno reagire d’istinto.

Bisogna chiedere aiuto a qualcuno perché le persone sole ed emarginate sono spesso le "vittime prescelte" da questi bulli informatici.

E’ risaputo che il cyberbullismo è una attività che viene ripetuta nel tempo, visto che il web permette la condivisione in qualsiasi momento della giornata e la sua diffusione è praticamente ovunque nel mondo.

Il fenomeno può riguardare aspetti importanti della persona, legati alla propria identità fisica ed anche virtuale, raramente si tratta di un semplice "sfottò", quindi è necessario porre in essere le dovute soluzioni sopra indicate.

Lo scrivente ovviamente non è uno psicologo, ma per esperienza questi fenomeni vanno valutati da caso a caso, perché differiscono nei vari aspetti familiari, di applicazione, etc.

In casi importanti è consigliato rivolgersi ad un professionista psicologo per supportare la persona o il minore che spesso si sente emarginato, perdendo autostima, senza voglia di confrontarsi, etc.

La cronaca recente racconta di persone che si sono suicidate per la pubblicazione di foto, video, etc, che non hanno denunciato il fatto subito per vergona o timore di ripercussioni personali, non sapendo che era possibile rimuovere queste informazioni nel web prima che diventassero virali e procedere con la condanna dei colpevoli.

Questo è il motivo per cui è importante agire in fretta e soprattutto rivolgersi a consulenti professionisti.

Bisogna essere consapevoli che i video registrati con altre persone su dispositivi non propri, possono essere condivisi senza esserne a conoscenza e quindi senza la preventiva autorizzazione, con la possibilità che lo smartphone in questione possa essere violato da sconosciuti nei classici cyber attacchi e quindi le informazioni in esso contenute divulgate su internet senza blocchi.

Un utilizzo buono e consapevole dei dispositivi elettronici e della tecnologia, oltre a dotarsi di un buon antivirus (a pagamento), offrono una giusta tutela, ma non è sufficiente se si frequentano siti web che istigano alla violenza verbale ed all’uso indiscriminato dei dispositivi per fini illeciti.

Un ruolo fondamentale per i ragazzi è l’uso dei filtri impostato dai genitori, che devono sempre supervisionare le attività sul web dei propri figli e moderare prima che sia troppo tardi.


Cosa fa il consulente forense

Una volta illustrato il problema, se la violazione è una bravata, il consulente tecnico esegue una copia forense dei dati e provvede ad inviare una formale diffida ai colpevoli intimandoli di eliminare quanto pubblicato.

Se i dati vengono eliminati, tutto finisce per il meglio, al contrario vengono consegnati i dati ad un legale, che a sua volta provvederà a sporgere una querela alla Polizia Postale e dare inizio all’iter di indagini processuali.

E’ importante che i dati vengano salvati da un professionista di informatica forense, perché è necessario provare con esattezza le violazioni, visto che in ambito processuale il “fai da te” è facilmente contestabile dalla controparte.

Sei stato vittima di cyberbullismo, non attendere che sia troppo tardi, contattaci subito indicando il problema e ti daremo la giusta soluzione al caso.

La consulenza viene eseguita nel rispetto delle norme deontologiche e professionali, oltre all'esperienza acquisita in molti anni di perizie informatiche e nella risoluzione di casi molto gravi sia in campo civile, che penale.



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Ultimo aggiornamento: 15-12-2017

Autore: Mirko Tarantelli - consulente informatico e SEO - Data Scientist

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