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Le antenne 5G sono davvero così pericolose per la nostra salute?

il 5g è dannoso e provocare il cancro


In questi ultimi anni si leggono notizie sulla pericolosità della nuova connessione 5G e della relativa proliferazione di queste antenne che causerebbero un aumento di ammalati di cancro dovuta all’espansione di questa tecnologia.

E’ importante sottolineare che internet è una grandissima risorsa per tutti, ma coloro che scrivono su forum, blog e siti non sono tutti professionisti della materia ed in questo caso di reti informatiche o cellulari e medici. Quindi occorre prestare particolare attenzione alla diffusione di queste informazioni sui social che spesso possono risultare fuorvianti o completamente errate e quindi creare un ingiustificato “panico” generale.

Al contrario avere degli studi scientifici ingegneristici e medici può consigliare al meglio anche l'utente nell'ausilio delle nuove tecnologie, fermo restando un business che volente o nolente gli operatori cercheranno sempre di imporre al mercato e quindi a tutti noi consumatori.

All'atto pratico nessuno di questi articoli e notizie trovate sul web sono stati corredati da analisi scientifiche in campo medico ed ingegneristico e per questo lo scrivente ha deciso di rendere noto uno studio eseguito dai Proff. Luca Chiaraviglio ed Edouard Rossi del dipartimento di Ingegneria Elettronica dell’Università di Roma Tor Vergata e Marco Fiore del CNR.

La domanda a cui questi professionisti hanno tentato di dare risposta è: “5G Technology: Which Risks From the Health Perspective?”, ovvero La Tecnologia 5G: Quali rischi per la salute?

L'analisi che si allega è interamente redatta inglese ed è ovviamente molto tecnica, ma con questo articolo si vuole offrire l'opportunità ai lettori di ragionare su diversi aspetti basati su dati scientifici e non su notizie strampalate o previsioni o imprecisioni che si leggono sul web.


Premessa sul 5G

Prima di introdurre le domande che gli autori dello studio scientifico si sono posti è necessario indicare alcune caratteristiche tecniche del 5G.

Le frequenze del 5G sono tre: 690-794MHz (bassa frequenza), 3,6-3,8GHz (media frequenza) e 26,5-27,5GHz (alta frequenza).

Una bassa frequenza ha una copertura più estesa e può trasferire una quantità di dati inferiore di una ad alta frequenza che ha una copertura minore ma con grande potenzialità di trasferimento di dati.

Quindi già da questa “definizione” si può comprendere come al crescere della frequenza è presente un calo della copertura.

Occorre altresì precisare che in Italia la frequenza 690-794MHz è attualmente assegnata ai servizi radio-televisivi ed entro il 2022 verrà riassegnata per ovvi motivi, come indicato da uno studio della Camera dei Deputati del 14 settembre 2019.

Ora veniamo ai quesiti con le relative risposte che saranno sintetiche e molto semplificate, al fine di offrire al lettore una semplicità di consultazione, ma come indicato è possibile leggere l’intero documento.


Le 5 domande più frequenti sulla "pericolosità" del 5G

1 - I legami tra insurrezione di tumori ed esposizione a campi elettromagnetici (EMF) generati da 5G.

Per rispondere a questo quesito sono stati eseguiti 2 studi dalla National Toxicology negli USA mediante il programma NTP eseguito sui ratti con evidenze rilevate per le reti mobili 2G e 3G. Anche l’istituto Ramazzini in Italia ha trovato delle evidenze sui ratti, mentre l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) nel 2011 ha classificato le onde non ionizzanti (comprese le onde generate su frequenze adottate dalla radio stazioni base) come "possibile" cancerogene per l'uomo.

Partendo da questi studi, cerchiamo di capire di più su come sono stati eseguiti e quali sono le incongruenze rilevate!

ll fatto che alti livelli di campi elettromagnetici (qualsiasi tipo) siano pericolosi per la salute umana è noto da decenni, come dimostrato da una vasta letteratura scientifica sull'argomento. Esattamente per questo motivo, esistono norme rigorose che limitano da Paese a Paese i valori massimi di campi elettromagnetici da radiofrequenza e da fonti elettriche che i cittadini possono essere esposti ed in questo l’Italia è tra quelli che ha li più bassi.

Le aree di installazione di stazioni radio-base sono suddivise in due tipologie: aree pubbliche dove ci sono parchi, ospedali, etc. dove ci sono dei divieti e limitazioni ed aree residenziali dove sono presenti differenti valori per via della continua esposizione, ma come vedremo i limiti imposti sono sempre più bassi rispetto ad altri Paesi.

Le leggi italiane impongono limiti già più severi di quelli raccomandati dall'ICNIRP (International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection) per le aree pubbliche (a 20 [V / m]) e nelle aree residenziali (a 6 [V / m]).

Tuttavia, i limiti ICNIRP considerano un intervallo medio di 6 [minuti] (attualmente in fase di revisione, con proposte per aumentare l'intervallo fino a 30 minuti), mentre i limiti italiani vengono applicati su un EMF (Electromagnetic Field = Campo elettromagnetico) medio calcolato su 24 ore per le aree residenziali e 6 minuti per le aree pubbliche.

La valutazione in Italia per le aree residenziali sulla base di 24 ore offre sicuramente una valenza più attendibile rispetto ai 6 minuti degli altri Paesi! Questo per sottolineare la maggiore attenzione del nostro Paese su questo importante tema.


Perché questi studi non sono validi nelle situazioni attuali e reali?

In primo luogo, la tecnologia presa in considerazione in entrambi gli studi è GSM (2G) e le nuove stazioni radio base 3G, 4G e le prossime reti 5G hanno una potenza irradiata nettamente inferiore e di conseguenza i loro livelli di campi elettromagnetici ridotti. Pertanto il risultato di entrambi gli studi non è rappresentativo per le tecnologie 3G, 4G o 5G, ma solo della 2G ad alta radiazione.

In secondo luogo, i livelli di esposizione ai campi elettromagnetici in entrambi gli studi sono stati misurati posizionando le stazioni in prossimità degli utenti (ratti), al contrario della realtà dove questi apparati sono installati su pali o sopra i tetti degli edifici a decine o centinaia di metri di distanza dall’uomo.

In terzo luogo i livelli di campi elettromagnetici degli apparati risultano ampiamente superiori ai limiti stabiliti in Italia e precisamente tra 6 e 15 volte superiori a il limite generale dell'area pubblica di 20 [V / m] e tra 8 e 19 volte superiore a il limite dell'area residenziale di 6 [V / m].

In effetti, tali livelli di campi elettromagnetici sono ben al di sopra del limiti internazionali definiti da ICNIRP, ovvero 41,25 [V / m] per la banda 900 [MHz] e 59,93 [V / m] per la banda 1900 [MHz], rispettivamente.


2 - L'aumento dei livelli di campi elettromagnetici a causa di una proliferazione incontrollata di siti 5G.

Questa domanda è in qualche modo collegata a ipotesi che i limiti di campi elettromagnetici italiani saranno aumentati dagli attuali 6 [V / m] a 61 [V / m] definiti (per la banda 2-300 GHz) da ICNIRP, al fine di facilitare l’installazione di un numero più elevato di nuove stazioni radio base.

E’ importante indicare innanzitutto che l'impatto della distribuzione di un gran numero di stazioni radio base in una parte del territorio consente, contrariamente a una credenza comune, di ridurre costantemente la potenza trasmessa di ciascuna stazione base, rispetto al caso in cui sono installate poche stazioni base.

Inoltre la potenza media irradiata sul territorio non aumenta al crescere del numero di stazioni base, come è mostrato anche nella figura seguente, dove si nota l'irradiazione con un antenna che per necessità ha un'area di copertura più estesa rispetto a quando vengono introdotte 16 e di seguito 256 e 1024.

il segnale 5g

Nell'analisi allegata è possibile consultare l’esempio pratico di questi aspetti fondamentali che portano le persone a pensare la pericolosità ingiustificata dovuta alla numerosità di antenne che dovranno essere installate.

Quindi è importante che venga eseguita una progettazione corretta del posizionamento delle antenne al fine di avere una numerosità corretta con un abbassamento delle relative potenze.


3 - I rischi per la salute associati alle emissioni nel nuovo spettro mm-Wave (onde millimetriche) adottato da 5G.

Come sopra indicato “l’asta delle frequenze 5G” che è stata completata in Italia nel 2018 include diverse frequenze, dove in particolare i valori di 700MHz e 3700MHz sono vicini a quelli già utilizzati dalle reti 2G / 3G / 4G in funzione.

In questo scenario ovviamente gli operatori che hanno partecipato all’asta hanno prodotto offerte diverse e si confida nelle istituzioni italiane per il monitoraggio e salvaguardarne la salute delle persone.

La scelta degli operatori è proprio su queste frequenze e non sullo spettro delle onde millimetriche che potrebbero essere utilizzate in ambiti particolari (e quindi molto limitata) dove c’è necessità di grande trasferimento di dati, visto le potenzialità tecniche disponibili per questa fascia.

Inoltre le onde millimetriche vengono ampiamente attenuate quando si attraversano ostacoli (ad es. pareti, edifici), con conseguenti scarsi livelli di segnale (e di conseguenza bassa capacità) in ambiente interno che le renderebbero sconsigliabili da utilizzare.

Le onde millimetriche inoltre vengono già utilizzate in altri settori come nei body scanner degli aeroporti, dove diversi studi sono stati condotti per valutare l'impatto di queste onde sulla salute, come riportato dalla nota ICNIRP, dove rispetto alle frequenze più basse, alti livelli di campi elettromagnetici implicano solo il riscaldamento della pelle e non dei tessuti interni, a causa delle deboli proprietà di penetrazione di tali frequenze.

Quindi è possibile tranquillamente classificare come falsa la notizia abbastanza “famosa” di una tempesta di uccelli che muoiono volando in prossimità di una stazione base mm-Wave 5G.


4 - L'incertezza sui livelli effettivi di emissione di EMF 5G causati dall'assenza di misure dedicate.

La quarta domanda pone una riflessione sulla possibilità di una minaccia per la salute della popolazione con l’uso di questa tecnologia.

Attualmente sono in corso studi sperimentali che sono focalizzati sulle emissioni delle stazioni radio base 5G ed a breve ne avremo i dettagli.

Per discutere di tali affermazioni, è necessario comprendere come il segnale viene irradiato da una stazione radio base sul territorio, ma per brevità (si invita il lettore appassionato a leggere lo studio allegato), le tecnologie pre-5G impiegano tipicamente antenne che sono state settorializzate per coprire porzioni di territorio che rientrano in un cono di potenza irradiata, che parte dal sito della stazione base. La tecnologia utilizzata è chiamata Multiple-Input Multiple-Output (MIMO) unita alla possibilità di concentrare fasci sul territorio, al fine di aumentare la capacità esistente nelle zone in cui si trovano effettivamente gli utenti.

Rispetto alle generazioni precedenti di antenne, la copertura sopra il territorio sarà meno uniforme.

Tuttavia, si prevede che tali antenne intelligenti saranno realizzate principalmente con stazioni base che funzioneranno sulle frequenze 26GHz e 3700MHz, che sono quelle che garantiscono media e grande capacità.

L'agenzia per la protezione dell'ambiente (ARPA) sta attualmente autorizzando l'installazione di tali stazioni radio base simulando i loro campi elettromagnetici in condizioni molto prudenziali (ad esempio, la massima irradiazione su tutte le direzioni). Questa scelta fornisce sicurezza alla popolazione, poiché i livelli effettivi di campi elettromagnetici sono generalmente più bassi rispetto a quelli ipotizzati durante la fase di autorizzazione.

Tuttavia, è necessario che nella normativa italiana vengano indicate le procedure esatte su come eseguire calcoli del valore delle onde elettromagnetiche, per soddisfare i limiti per le stazioni radio base 5G.

In questa maniera non appena la rete 5G diventerà operativa in Italia, ci aspettiamo che le misurazioni dei campi elettromagnetici generati dalle apparecchiature della stazione base saranno effettuate pubblicamente e rese disponibili da ARPA, come normalmente accade oggi per altre generazioni di reti mobili.


5 - L'impossibilità di rimuovere l'incertezza determinata dalla mancanza di strumenti di misurazione adatti alle tecnologie 5G.

Innanzitutto le misurazioni dei campi elettromagnetici eseguite con molte applicazioni per gli smartphone disponibili sono da considerarsi inaffidabili, in quanto questi dispositivi hanno una capacità molto limitata di valutare le proprietà delle onde elettromagnetiche.

Le misurazioni dalle stazioni radio base per essere adeguate devono essere eseguite con diverse modalità:

  1. misurazioni eseguite su una gamma di frequenze chiamate misure a banda larga;
  2. misure eseguite su una frequenza specifica che in genere vengono definiti a banda stretta o selettive.

Pertanto come si può ben capire è necessario avere una apparecchiatura specifica come analizzatori di spettro o altro per le misurazioni ed il personale dovrà possedere una preparazione tecnica adeguata in materia.

Per questo motivo, si prevede che le autorità e gli enti preposti introducano nel prossimo futuro linee guida specifiche su come misurare i campi elettromagnetici generati dalle stazioni radio base 5G, considerando le singole aree di copertura e ripetendo le misurazioni nel tempo, al fine di tracciare la variabilità temporale.


Conclusioni

In questo articolo sono state indicate le principali cinque domande che qualsiasi utente si pone relativamente ai potenziali effetti sulla salute a causa dei campi elettromagnetici generati dalle stazioni radio base 5G.

Esaminando le documentazioni scientifiche, gli autori non sono riusciti a trovare prove di certezza che questa tecnologia possa cagionare cancro e tumori associati all’esposizione a campi elettromagnetici al di sotto dei limiti stabiliti dalle leggi italiane in vigore.

Inoltre, è stato indicato che un aumento del numero di stazioni radio base 5G porterebbe solo a ridurre costantemente la potenza (e di conseguenza i campi elettromagnetici) generati da ciascuna stazione base, preservando la potenza del segnale ricevuto (quindi la qualità di comunicazione) sul territorio.

In tutti i casi, viste le normative vigenti in materia si dovrà sicuramente lavorare per la tutela e la salvaguardia della salute ed i lettori sono invitati a leggere il testo completo di questa analisi scientifica redatta dai Proff. Luca Chiaraviglio Edouard Rossi del dipartimento di Ingegneria Elettronica dell’Università di Roma Tor Vergata e Marco Fiore del CNR.

E’ bene ribadire che molti dati disponibili nel web sul 5G, non sono supportati da prove scientifiche e sarebbe auspicabile che in futuro lo fossero, sottolineando l'importanza di continuare la ricerca medica e clinica, al fine di valutare qualsiasi potenziale impatto sulla salute dei campi elettromagnetici generati da tutti dispositivi, oltre alle stazioni radio base e concentrandosi anche per quelli in prossimità degli utenti, come ad esempio smartphone 5G, tablet e notebook, etc. che il mercato ci imporrà!

Non tutti lo sanno, ma il wireless dei nostri router di casa ha frequenze di 2,4 e 5GHz, eppure tutti lo utilizzano!

Un utile approfondimento in materia è stato dato anche dal Prof. Nicola Blefari Melazzi, direttore generale CNIT in una intervista su Key4biz.

Per chi lo desidera può consultare l'intero documento dello studio dove sono presenti tutti i dettagli sul 5G.


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28-11-2019

Autore: Mirko Tarantelli - consulente informatico e SEO - Data Scientist

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