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Il progetto dell'antifurto: normativa, livelli di prestazione ed analisi dei rischi

progetto antifurto: normativa, livelli di prestazione e di rischio

Quando è necessario il progetto di un antifurto e quali documentazioni richiede? Queste sono alcune delle domande che i tanti utenti rivolgono con maggiore frequenza al nostro studio, per chiedere informazioni e chiarimenti sugli impianti ed in questo caso sui sistemi di allarme.

In questo articolo vedremo la nuova normativa in vigore dal 2025 sulle caratteristiche, livelli di rischio e tanti altri dettagli sugli antifurti, parametri fondamentali che un professionista verifica in un incarico conferito dal committente.

La normativa di riferimento attuale è la CEI 79-3 aggiornata al dicembre 2024, che ha l'obiettivo di garantire le prestazioni prescritte sugli impianti di allarme intrusione e rapina, riducendo al minimo gli allarmi impropri e mantenere costanti le prestazioni indicate dal produttore.

Al fine di semplificare l'argomento, cercheremo di indicare i concetti principali e basilari della norma, che risulta ben articolata e complessa. Lo scopo di questo testo è quello di offrire all'utente una mini-guida per un corretto approccio nelle installazioni, con particolari utili per sensibilizzarlo verso la scelta di un professionista per analizzare, progettare e configurare soluzioni conformi all'uso, ai luoghi ed all'importanza dei beni e persone da tutelare.


Analisi e Livello di rischio

Porre un livello di sicurezza pari al 100% è un obiettivo ideale e spesso impossibile, a causa delle limitazioni tecniche ed economiche che riducono tale valore, ma che in una analisi prestazionale viene poi concordata ed accettata dal committente sulla base dei rischi effettivi.

L'analisi è il primo step fondamentale che richiede la verifica dei luoghi, eseguibile con un sopralluogo tecnico o come spesso consiglia lo scrivente con la consultazione delle planimetrie quotate. L'attività prosegue con una consulenza dedicata per verificare lo stato di fatto, le problematiche associate alle criticità, stabilire il LdP (Livello di Prestazione) identificato da un valore numerico da 1 a 4 e calcolato sulla valutazione di tanti parametri correlati in un apposito documento, che delineano i requisiti minimi per la progettazione, realizzazione e funzionalità di ogni sotto-insieme dell'impianto in relazione al livello di rischio rilevato.

La norma CEI 79-3 pone giustamente una grande importanza sul Livello di Prestazione (LdP), che deve essere espresso dal committente o da un suo consulente di fiducia qualificato o nel caso in cui non ne avesse può incaricare un professionista, che valuterà attentamente tutti i dettagli.

Per stabilire il livello di prestazione è necessario compilare delle schede predisposte ed indicate dalla norma, necessarie per una corretta valutazione preliminare del singolo impianto.

Ogni area da controllare è assoggettata ad un Livello di Rischio, che può essere articolato in più sotto-aree, composte da uno o più ambienti. L'impianto antifurto quindi può a sua volta essere composto da più sotto-impianti o zone.

Il livello di prestazione è l'obiettivo che si deve porre per rilevare un tentativo di intrusione.

Per stabilire il livello di rischio, è importante associare la percezione e consapevolezza del committente del rischio che ricade sui beni e persone in un tentativo di rapina. Ogni realtà rappresenta una diversa esigenza con relative problematiche.

Come si intuisce, questa fase richiesta al progettista, necessita di una attenta analisi che termina con una valutazione tecnica, passando presumibilmente anche per un sopralluogo (facoltativo). Tutte queste attività hanno certamente un costo per il committente, che risulta proporzionale all'impianto da realizzare.


Progettazione dell'impianto di sicurezza

La progettazione è una fase fondamentale, che racchiude l'analisi sopra indicata, al sopralluogo, la valutazione dei beni e le aree da controllare, stabilire il livello di rischio, determinare il livello di prestazione, il grado di sicurezza, la verifica di una corretta alimentazione elettrica dei componenti con relativa batteria di backup, il dimensionamento dei conduttori di alimentazione, che si conclude con un progetto delle varie sotto-sezioni, aree, etc.

I sistemi di allarme, spesso chiamati genericamente antifurto, sono impianti elettronici e come tali sono normati dal D.M. 37/08 e successive modificazioni. Questo significa che richiedono tutte le fasi dalla progettazione, all'installazione secondo la regola d'arte, alla certificazione con la stesura della Dichiarazione di Conformità (DiCo), redatta dal responsabile tecnico dell'impresa installatrice.

Laddove l'impianto in questione ricade nei casi previsti dell'art. 5 comma 2, è necessaria la progettazione da parte di professionisti iscritti all'albo professionale come gli ingegneri. Pertanto prima di rivolgersi ad un installatore è bene contattare un ingegnere del settore dell'informazione per chiedere una consulenza e verificare se l'impianto antifurto da realizzare necessita di un progetto redatto da un professionista.

Molti installatori non hanno al proprio interno un professionista, quindi il preventivo dell'ingegnere è solo di progettazione e configurazione (se richiesta). Il professionista provvederà a redigere anche il computo metrico, che delinea tutte le componenti necessarie ed utili alla quantificazione del prezzo comprensivo di installazione e manutenzione periodica. Il computo metrico può essere inviato ad installatori di fiducia del committente o ad altri per una preventivo di acquisto dei prodotti e relativa installazione.

La norma tecnica internazionale per i sistemi antifurto è la CEI EN 50131-1 e nei casi in cui si ricorra a soluzioni wireless (anche parziale) è obbligatorio che le apparecchiature siano conformi alla 50131-5-3.

Cosa deve contenere la documentazione di progetto? Questa è la domanda che molti utenti ed installatori ci pongono!

  1. La tabella contenente il livello di prestazione, che sotto la responsabilità del committente o commissionato al professionista delinea le caratteristiche di rischio per l'impianto;
  2. la relazione di progetto che contiene le caratteristiche tecnico-costruttive dei luoghi da controllare con le eventuali criticità, i rischi di origine criminosa valutati nel contesto, il dimensionamento elettrico dell'impianto e delle sue interconnessioni, le caratteristiche tecniche e funzionali di tutti i suoi componenti prescelti, la rispondenza del Livello di Prestazione verificato alla valutazione del Livello di Rischio.
  3. Lo schema a blocchi dell'impianto;
  4. Lo schema planimetrico con l'indicazione del posizionamento di ciascun componente dell'impianto e del punto di alimentazione elettrico;
  5. L’elenco di tutti i componenti dell'impianto.

Le fasi di progettazione per un impianto di sicurezza possono essere descritte in preliminare ed esecutivo o come indicato dalla nuova norma CEI 0-2 in "progetto di fattibilità tecnica ed economica" e "progetto esecutivo".

Nella prima fase vengono delineate tutte le caratteristiche tecniche-funzionali e poi nella seconda viene redatta tutta la documentazione di progetto, dettagliando tutti i particolari comprensivi del prezzo.

Qualora il sopralluogo non sia stato eseguito è opportuno che il progettista lo esegua prima della fase esecutiva, così da porre in essere eventuali varianti e modifiche.


La manutenzione

Dopo la progettazione c'è la fase di installazione e collaudo con relativo rilascio della DiCo, ma pochissime persone sono consapevoli dell'importanza della manutenzione periodica di un antifurto, eppure spesso malfunzionamenti, falsi allarmi ed altro si verificano proprio perché non è programmata questa attività.

Tra l'altro con l'integrazione di internet, APP, etc., tutti gli apparati sono soggetti ad aggiornamenti periodici, sia sugli smartphone, utilizzati per le notifiche e gestione degli impianti, che sulle centrali e sensori.

Così come previsto dall'art. 8 comma 2 del D.M. 37/08 è necessario affidare a personale qualificato l'attività di manutenzione, che periodicamente compila anche l'apposito registro, annotando le attività espletate e le eventuali problematiche riscontrate.


Conclusioni

In questo articolo, abbiamo illustrato la norma CEI 79-3 aggiornata al dicembre 2024 che indica i requisiti prestazionali, di rischio, etc. di un antifurto o sistema di sicurezza.

Una corretta valutazione di tutti i parametri permette al committente di avere un grado di protezione proporzionale al rischio e di realizzare un impianto che abbia le caratteristiche funzionali secondo le proprie esigenze.

E' stato ribadito il concetto che un antifurto è un impianto elettronico e laddove previsto necessita della progettazione da parte di un professionista iscritto ad albo professionale, come un ingegnere.

Molti utenti pensano che sia semplice scegliere e configurare un sistema antifurto, ma se questo può essere vero in casi standard di piccoli appartamenti, al contrario in ambiti industriali o commerciali non lo è. Vanno analizzate tutte le problematiche che possono accadere in una scelta errata o per una tecnologia non appropriata, senza pensare alle possibili interferenze nei sistemi di sicurezza wirless. L'ausilio di un professionista ingegnere può risolvere il tutto in fase di pianificazione, grazie ad una consulenza personalizzata, al fine di massimizzare la sicurezza dei luoghi e delle persone.



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04-04-2025

Autore: Mirko Tarantelli - Ingegnere delle telecomunicazioni, consulente informatico e SEO

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